"Grave allarme per l'incolumità dei passeggeri della metropolitana di Roma". E' uno dei gravissimi passaggi dell'ordinanza che questa mattina ha portato alla sospensione per un anno di quattro dipendenti dell'Atac, mentre 11 sono stati indagati, nell'ambito dell'inchiesta della procura di Roma che ha lavorato, assieme alla Squadra Mobile e al Commissariato Viminale, sulle cause che hanno
determinato l'incidente del 23 ottobre 2018 nella stazione della Metropolitana Repubblica - quando, per l'aumento improvviso di velocità di una scala mobile, molti tifosi russi che stavano andando allo stadio per la
partita Roma-Cska di Mosca rimasero gravemente feriti - e il guasto avvenuto il 21 marzo 2019 alla scala mobile numero 330 all'interno della stazione Barberini, dove solo per un caso non si fece male nessuno.
Roma, cede scala mobile nel metro: il momento dell'incidente
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"ll pm ha evidenziato il grave allarme sociale in quanto - scrive
il gip di Roma Massimo Di Lauro - nonostante i gravi incidenti verificatisi presso la stazione della metropolitana Repubblica e Barberini, appare tuttavia evidente, dall'ascolto delle numerose conversazioni, che permane il preoccupante stato di pericolo per l'incolumità pubblica e nello specifico dei fruitori della metropolitana di Roma". E ancora: "Indegna la gestione degli impianti delle scale mobili e totale disinteresse per la sicurezza".
"Continuano a verificarsi incidenti che sebbene noti tanto a Metroroma Scarl (l'azienda che si occupava di manutenzione degli impianti di scale mobili, prima della rescissione del contratto decisa dal Campidoglio, ndr), che Schindler (la ditta appaltatrice che c'era prima e che è stata 'rispolverata' per l'occasione, ndr) nonchè agli organi addetti alla sicurezza Atac, non vengono segnalati e anzi opportunamente occultati". Aggiunge il gip. "Permangono problematiche tecniche legate a pregressi o attuali manomissioni, il tutto da rendere non escludibile l'avverarsi di ulteriori sinistri che potrebbero trovare epilogo di minore gravità solo per il verificarsi di concomitanti circostanze cioè favorevoli agli utenti".
Crollo scala mobile metro Repubblica, nuovo video: "I tifosi non saltavano"
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Frode nelle pubbliche forniture e lesioni colpose aggravate sono i reati contestati, in piena linea con quanto sollecitato dalla procura, dal gip Di Lauro a
Renato D'Amico, direttore di esercizio Atac delle linee metropolitane A e B,
Ettore Bucci, dipendente Atac con la funzione di responsabile unico del procedimento (R.U.P.) relativo all'appalto a favore della società "Metroroma s.c.a.r.l." (che si occupava di manutenzione degli impianti),
Alessandro Galeotti, dipendente Atac con la funzione di responsabile di esercizio degli impianti di traslazione per le stazioni Repubblica e Barberini, e di
Giuseppe Ottuso, responsabile tecnico preposto e amministratore unico di Metroroma s.c.a.r.l..
E spuntano anche
alcune intercettazioni spregiudicate: "Se famo (facciamo, ndr) il calcolo delle probabilità, su settecento (scale mobili, ndr) ne sarebbero venute giù tre o quattro", questo dice a una dipendente Renato D'Amico, direttore di esercizio Atac delle linee metro A e B, mentre era in corso una perizia tecnica sul grave incedente della stazione Repubblica. Scrive il giudice: "A D'Amico non interessa affatto l'eventualità che su quelle tre o quattro scale ci siano sopra persone, per lui è solo una questione di numeri percentuali ma ci si consenta di osservare che saranno pure tre o quattro scale quello che possono rompersi ma se c'è qualcuno sopra rischia di farsi male per davvero".
Dalle indagini condotte dopo l'incidente sulla scala mobile della stazione Repubblica, sarebbe emersa "la mancata effettuazione delle manutenzioni, ovvero la loro incompleta esecuzione, oltre che, in alcuni casi, la dolosa manomissione di dispositivi di sicurezza degli impianti di traslazione". Ciò, sottolineano gli inquirenti, ha reso "conseguentemente concreto lo stato di pericolo per l'incolumità pubblica in relazione a svariate stazioni della metropolitana della Capitale"
La stazione Repubblica della Linea A della metropolitana di Roma è rimasta chiusa per 246 giorni in seguito al crollo delle scale mobili che coinvolse alcuni tifosi del Cska Mosca che stavano cercando di raggiungere lo stadio Olimpico per vedere la loro squadra. Dal 23 ottobre, la fermata venne riaperta all'alba del 26 giugno, con il sollievo dei tantissimi pendolari e residenti che per oltre otto mesi hanno dovuto fare a meno di uno degli snodi principali nel centro città, al quale seguì poi anche la chiusura di Spagna e Barberini.
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Cronaca
Roma, si accartocciano gradini delle scale mobili della metro: nessun ferito. Procura apre indagine[/url]
di VALENTINA LUPIA
La prima rimase chiusa per un mese e mezzo e
riaprì lo scorso maggio, mentre la stazione Barberini è ancora chiusa perchè alcuni gradini si accartocciarono su loro stessi. Fu solo un caso che ci fossero poche persone sopra, uno dei quali fece un salto per salvarsi. A oggi le scale mobili sono fuori servizio in numerose fermate dell'intera metropolitana di Roma: otto sulla linea A, sei sulla linea B e una sulla linea C.
"Ringrazio la procura. Abbiamo fatto bene ad interrompere il contratto di manutenzione con la ditta privata. Chi ha sbagliato finalmente paghera'" ha commentato
Virginia Raggi a margine di un evento a Ponte Mammolo. E il presidente Atac,
Paolo Simioni: "Ho piena fiducia nella magistratura. Al momento non è il caso di aggiungere altro".